Gesuiti
Jesuit Social Network
Rete delle attività sociali promosse dalla Provincia Euro-Mediterranea dei gesuiti
JSN Immigrazione Roma. Il JSN sulle stragi del Mediterraneo

Roma. Il JSN sulle stragi del Mediterraneo

JSN – Rete delle attività sociali dei Gesuiti in Italia – Comunicato stampa

Ciò che è tragicamente accaduto nel Mediterraneo e ciò che sta quotidianamente accadendo ad un passo dalle nostre spiagge non può restare inascoltato e non porre importanti interrogativi, chiamando a cercare risposte a problemi che appaiono complessi e non di semplice soluzione.

In questi giorni diverse persone hanno sentito il bisogno di esprimere una parola di solidarietà e un invito all’Europa e a chi è chiamato a prendere decisioni ad affrontare con coraggio il dramma di queste persone che non può essere ignorato.

Fra le tante voci abbiamo scelto quella per noi più autorevole, non solo in quanto membro della rete del JSN, ma perché ci sembra sia stato capace di cogliere le diverse sfaccettature di un problema complesso e lo ha fatto nell’arco di questi ultimi mesi, proponendo strade e soluzioni, al di là dell’emozione di un momento così drammatico. Per questo motivo, come rete delle attività sociali dei gesuiti in Italia condividiamo e sosteniamo le proposte che il centro Astalli ha pubblicato già domenica mattina, come ultimo appello di un percorso di analisi e ricerca di soluzioni possibili che dura da diversi mesi.

Esprimendo ancora una volta il più profondo cordoglio per centinaia di vittime innocenti nel Mar Mediterraneo, chiediamo alle istituzioni nazionali ed europee misure immediate:

– Attivare immediatamente un’operazione di soccorso e salvataggio ad ampio raggio. Oggi paghiamo il prezzo altissimo della scelta nefasta di interrompere l’operazione Mare Nostrum e sostituirla ipocritamente con Triton che ha il solo mandato di controllare le frontiere e non di salvare vite umane.

– Applicare il prima possibile tra gli Stati europei il mutuo riconoscimento dello status di rifugiato in modo da garantire un’equa ripartizione dei rifugiati all’interno dell’Unione. Solo questa è la strada per assicurare standard di accoglienza e integrazione adeguati e avere un controllo maggiore sui flussi.

– Fare in modo che tutti gli Stati dell’Unione accolgano in modo proporzionale i migranti forzati. Al momento solo 6 dei 28 Stati membri accolgono chi riesce a giungere vivo in Europa in fuga da guerre e persecuzioni.

Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli: “Oggi scriviamo una pagina nera della storia dell’Unione Europea e dell’umanità intera. Si ponga fine immediatamente al massacro creando canali umanitari sicuri e spezzando l’assurdo monopolio dei trafficanti di essere umani”.

 

Roma, 23 aprile 2014

frigeri@jsn.it

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