Una riflessione che viene dall’Associazione San Marcellino di Genova e che raccoglie l’esperienza di altre realtà del JSN:

<Probabilmente, quando alla richiesta dei documenti da parte dell’Autorità esibiamo la nostra bella carta d’identità o quando completiamo un modulo di una qualsiasi domanda con l’indicazione del nostro indirizzo, non pensiamo che in quel preciso momento stiamo esercitando un diritto.

Fra tutti i diritti, quello all’iscrizione all’anagrafe comunale, e quindi alla residenza, è senza dubbio tra quelli che noi diamo per scontato goderne; ci viene in mente solamente per il fastidio che proviamo quando cambiamo casa o dobbiamo rinnovare i documenti.

Ma l’iscrizione ai registri anagrafici del Comune costituisce il presupposto per beneficiare di molti altri diritti  indispensabili  sanciti dalla Costituzione e riconosciuti dallo Stato, come  il diritto all’assistenza sanitaria, il diritto di voto, il diritto all’assistenza sociale, che comporta per esempio il diritto alla richiesta e alla riscossione di pensioni, il diritto al gratuito patrocinio, il diritto al lavoro, e dunque all’iscrizione al collocamento e, in generale, il diritto ad ogni prestazione in materia di welfare pubblico.

In pratica, se non ho documento d’identità, non posso avere casa, non posso avere medico di base, non posso lavorare, non posso votare, non posso essere preso in carico dai servizi sociali, non posso usufruire di alcun tipo di pensione né di alcuna misura di sostegno al reddito. E’ ovvio quanto la possibilità di godere di questi diritti sia ancora maggiormente importante per le persone più fragili quali le persone senza dimora, e quanto sia difficile per loro dotarsi degli strumenti necessari per rivendicarli. Ed è un diritto costituzionale, che non può essere delegato dall’ente pubblico ad operatori di associazioni private; l’iscrizione anagrafica (come ha rilevato la Corte di Cassazione) non è un provvedimento con il quale il Comune “concede” qualcosa, ma è un diritto soggettivo che deve essere riconosciuto e garantito dal Sindaco.

San Marcellino quindi, come è scritto nel nostro Statuto, continuerà a prendere le parti di quegli uomini e di quelle donne che si trovano nelle situazioni più difficili, rivendicando a nome di tutte le persone che accompagniamo nel loro faticoso cammino il loro diritto di esistere, e stimolando gli Enti pubblici interessati, affinché operino delle scelte non emarginanti>.

 (cfr. approfondimento sul tema in Il diritto di esistere” nel sito di San Marcellino)


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