Permettere a tutti di dare il proprio apporto umano e culturale alla polis

Negli ultimi anni è aumentato il numero delle persone cadute sotto la soglia della povertà e private della propria dignità.

Accanto ai gruppi noti (clochard, senza fissa dimora, punkabbestia, rom, immigrati irregolari, disoccupati…), se ne sono aggiunti di nuovi: i separati il cui stipendio sostiene l’ex coniuge, gli esodati di mezz’età, le persone cadute in solitudine a causa del Covid, i ludopatici vittime di usura, gli abitanti di quartieri privi di servizi e di relazioni significative, ecc.

Gli enti del JSN, che nel passato hanno avvicinato le vecchie forme di povertà, cercano nel presente di non far mancare la propria vicinanza alle nuove.

La volontà è quella di permettere a tutti di vivere la città in modo pieno: non solo di ricevere sostegno, ma anche di dare il proprio apporto umano e culturale alla polis.

Far nascere relazioni di fiducia

Lavorando sulle cause del disagio, evitando l’assistenzialismo, pur necessario di fronte alle emergenze, si cerca di instaurare una relazione di fiducia da cui nascono amicizie e collaborazioni biunivoche tra persone assistite e operatori.

Il JSN opera sia nelle grandi città sia nei piccoli centri. La metropoli attira i poveri nella speranza di maggiori opportunità, ma in essa si rischia di più anonimato e dispersione.

Per questo si tenta di tenere alta l’attenzione per il senso civico, aumentando il lavoro di rete e creando ponti culturali con chi vive in modo diverso la città.